Bruxismo. Il digrignamento notturno

12 Ottobre 2013
angewp

Il bruxismo, stringere fino a digrignare i denti, è un disturbo sempre più diffuso. Secondo le ultime stime ne soffrono circa 15 milioni di persone in Italia, bambini compresi.

 

I sintomi.
Il primo ad accorgersi del bruxismo è proprio il dentista che può osservare denti usurati o un forte sviluppo dei muscoli masticatori e proporre quindi le soluzioni più adeguate.
Proprio l’odontoiatra controllando la bocca, si accorge dell’usura dei denti e può osservare se si gonfiano i muscoli della mandibola o se c’è un iper-sviluppo dei muscoli masticatori. Talvolta si possono notare dei segni in bocca, come la linea alba, una ipercheratinizzazione delle guance, oppure ancora la forma dell’arcata ‘stampata’ sulla lingua dovuta proprio al digrignamento dei denti.

Altri segnali sono la sensazione di tensione mandibolare al risveglio o di dolore dentale e la ricorrenza di cefalee muscolo-tensive.

Le cause.
Tale patologia dipenderebbe per lo più dal sistema nervoso centrale. Stress, ansia, fumo, alcol e caffè sarebbero, secondo la maggioranza degli esperti, i fattori che aumentano il rischio di bruxismo.
Digrignare i denti non rappresenta solo un fastidio ma può anche cagionare seri danni alla dentatura naturale e ad eventuali interventi odontoiatrici come corone, intarsi, faccette e otturazioni.
Spesso poi compaiono anche indolenzimento nella zona delle tempie, della mandibola e dei muscoli masticatori che, lavorando in continuazione senza motivo, vanno incontro a contratture che possono provocare cefalea muscolo-tensiva anche perchè la contrazione dei denti si accompagna a quella di collo e spalle.

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